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Domande comuni sullo Yoga

  • Immagine del redattore: Antoyoga
    Antoyoga
  • 4 giu 2019
  • Tempo di lettura: 3 min

ci sono molte domande e/o anche semplici dubbi verso la pratica dello yoga che come insegnante di yoga e come blogger mi capita di ascoltare ogni giorno, le riporto qui pensando di fare cose gradita e sciogliendo qualche dubbio !

#1. Lo yoga si pratica a stomaco vuoto?

Lo yoga va praticato a stomaco vuoto per due motivi: una di carattere fisiologico, l’altra di carattere energetico.

La prima è la facile da comprendere, implica il processo di digestione che necessita un lavoro di afflusso di sangue, verso il tratto gastrointestinale, e non puo essere impegnato contemporaneamente nella digestione, ed in altre azioni, in questo caso la pratica dello yoga, Pertanto tale “sovrapposizione” rallenta la digestione e si manifestano pesantezza e acidità di stomaco …. si insomma, con tutte quelle sensazioni poco piacevoli

Questa è la motivazione più “immediata” !

La Seconda ha carattere energetico: dedicato al Prana , l'enetgia vitale che fluisce

nel corpo attraverso dei canali, chiamate “nadi“, associate al nostro sistema nervoso.Intanto, durante il processo di digestione questa energia si concentra soprattutto nella zona addominale. Considerando che la pratica di ogni asana interagisce con uno o più Chakra specifici, e che ogni sequenza di yoga è studiata per muovere le energie nel corpo in un determinato modo, in funzione di uno specifico scopo, è facile intuire che se i Chakra sono “impegnati” a fare qualcos’altro, come il processo digestivo in questo caso, l’energia non può scorrere liberamente e si crea un interferenza con lo scopo della nostra pratica.

#2. Con quale frequenza va praticato lo yoga?


La realtà è che lo yoga funziona al meglio se viene fatto con regolarità, e sarebbe sufficiente fare 10-15 minuti di Yoga al giorno, tutti i giorni, per ottenerne un grosso beneficio psico-fisico. Diversamente, va bene anche fare venti minuti o mezz’ora a giorni alterni, due volte la settimana o anche un’ora la settimana.

E’ chiaro che la condizione ideale sarebbe fare tutte e due le cose, cioè una pratica quotidiana breve, e riservarsi uno o più giorni la settimana per una sequenza più lunga. (Per esempio un’ora, o mezz’ora, alla settimana e 15-20 minuti tutti i giorni.)

Questo processo, però, dovrebbe essere graduale. Lo yoga non deve essere vissuto come un imposizione, ma come un piacere Fare yoga significa vivere il momento presente, il qui e ora.

Significa che mentre si praticano le posizioni, la mente non dovrebbe essere distratta da mille pensieri esterni alla pratica, ma concentrata ad ascoltare il corpo e le sue sensazioni.

#3. Si può fare yoga avendo una patologia ?

Siiii . Anzi spesso aiuta perchè purifica il corpo lo libera dalle tossine.

In pratica, la maggior parte delle persone si avvicina allo yoga per guarire da un qualche fastidio fisico, o per trovare pace e serenità mentali. E'andata così anche per molti insegnanti o maestri che, a causa di una malattia o di “tensioni del corpo”, hanno scoperto lo yoga… e attraverso lo yoga hanno trovato un mezzo per risolvere le loro tensioni. E sono moltissimi i maestri, e i medici che hanno dedicato la loro vita allo studio dello yoga come terapia per risolvere patologie, Lo yoga è uno strumento terapeutico per guarire da molti disturbi, come per esempio ansia e stress e la lista è davvero lunghissima e va dalle più comuni emorroidi, ai disturbi della vista, diabete, asma, artrite, ernia del disco, impotenza, insonnia, mestruazioni irregolari, obesità, sciatalgia…

Però bisogna anche e soprattutto considerare che se c'è un dolore cronico alla schiena, ad un ginocchio o ad una qualsiasi altra parte del corpo che non ti permette muoverti in totale libertà, è meglio scegliere un tipo di yoga dolce e gentile piuttosto che una pratica vigorosa e intensa. Comunque sulle patologie croniche, bisogna parlare chiaramente con l’insegnante della condizione, in modo che possa consigliare come procedere.

E praticare in modo corretto! Non bisogna forzare le posizioni

Praticare nel modo corretto significa essere gentili con il proprio corpo, comprendere quando è il caso di uscire dalla posizione, o di evitare di fare un determinato asana…  o meglio ancora capire come adattarlo alle proprie esigenze.

Rispettare i propri limiti e imparare ad accettarli e rispettarli.

Questa è la pratica efficace, anche dal punto di vista terapeutico, sia non aspettare che siano gli altri a dirti cosa devi fare ma cerca di comprendere da solo come una posizione lavora con il tuo corpo.

Durante la pratica, osserva le sensazioni che il corpo ti comunica, pratica mantenendo il giusto atteggiamento.

Lo yoga è la giusta tensione tra tensione e rilassamento.

A seconda dei casi, infatti, lo yoga è utilizzato anche nelle patologie più gravi, per aiutarci nel processo di guarigione, attraverso l’utilizzo di mudra, esercizi di respirazione o rilassamento profondo Yoga Nidra. Inoltre, poiché esistono moltissime posizioni, e ogni posizione, dal punto di vista anatomico, bisogna lavorare con determinate parti del corpo, ed ha determinati benefici, è possibile scegliere di lavorare con determinati asana piuttosto che altri in funzione della parte del corpo che vogliamo utilizzare.

In questo modo si possono creare delle sequenze che lavorano con uno scopo specifico, che potremmo definire terapeutico.


 
 
 

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